Cosa sono?

Per mesi mi sono chiesto in che misura, in effetti, potesse essere efficace pubblicare una breve presentazione della mia persona. Le persone non si riassumono in dieci righi, in dieci pagine e nemmeno in dieci volumi enciclopedici: questo insegnamento è il frutto di un’evoluzione del pensiero umano che affonda le sue radici nella notte dei tempi. Sempre, poi, che sia possibile anche in linea teorica descrivere pienamente una persona, con tutte le sue contraddizioni, manifeste e latenti, i suoi timori e i suoi desideri, manifesti e latenti, i suoi pensieri e diciamo pure l’aspetto fisico, sebbene l’inclusione di quest’ultimo dipende dall’accezione della parola “persona” che si intende utilizzare.

Mi sono chiesto anche se potesse risultare utile per un lettore del blog, casuale o ordinario che fosse, conoscere, con tutte le limitazioni del caso descritte, qualcosa sull’autore degli articoli di più approfondito del sintetico motto “lotta continua contro l’Ancien Régime”.

Il mio timore era che il prezzo per venire incontro al suo interesse e alla sua più che giustificata e comprensibile curiosità fosse il rischio di ingabbiarmi ed etichettarmi attraverso descrizioni statiche, parziali e incomplete non proprio adatte all’interpretazione di un flusso dinamico con caratteri mutevoli nello spazio e nel tempo, quale è la persona, che è “uno, nessuno e centomila”, come pensatori ed esperienza testimoniano.

È per questo che forse la pubblicazione di una breve descrizione potrebbe essere considerata addirittura inopportuna: perché non lasciare che siano i contenuti a narrare la persona invece di costruire una maschera di presentazione della persona che ne veicoli i contenuti? Già ciò che si pensa non lo si può esprimere senza snaturarlo, perché dunque aggiungere volontariamente un’ulteriore barriera alla comunicabilità, quando l’incomunicabilità, a detta dei sociologi, è un grave problema del tempo attuale?

Per concludere, che voi lo crediate o no, mi sono anche chiesto se una mia descrizione potesse essere sicura; un mio amico paranoico è stato convinto per mesi di essere sorvegliato e intercettato telefonicamente e cercava di girare a largo da uomini in divisa, quando non aveva commesso assolutamente nessun reato e non era colpevole di alcuna malefatta: semplicemente era diffidente. Io invece, anche se questa eventualità ha sfiorato la mia mente per un nanosecondo, non sono diffidente e tanto meno complottista, e penso che se qualcuno volesse sapere qualcosa sul mio conto avrebbe già da tempo consultato l’ufficio anagrafe, rovistato tra i documenti che mi riguardano e che stanno sparsi tra gli uffici e gli archivi di non so quante città, avrebbe già scoperto tutto ciò che la macchina burocratica statale ha da offrirgli, per varcare infine la soglia del mondo virtuale e leggere il blog, i miei profili su vari social network e innumerevoli commenti su altri siti.

Alla luce di tutte queste perplessità, ho deciso che la domanda giusta a cui rispondere, quella che fa al caso mio, quella che può senz’altro ottenere una risposta il più possibile imparziale e oggettiva, scevra da ambiguità e false interpretazioni, non è “chi sono” ma “cosa sono”.

Ma penso che, almeno per ora, non risponderò; del resto mi sono già presentato abbastanza.

  1. Ciao, sono giuseppe, autore del blog cervelliamo, ho letto il tuo commento pubblicato sull’articolo di sonia, ti va di scrivere per noi e guadagnare?
    e’ TUTTO LIBERO
    Fammi sapere
    ciao

  2. Ciao Giuseppe, sinceramente ti dico che ho provato più volte a partecipare a blog collettivi, ma il risultato, per un motivo o per un altro, è sempre stato deludente: o il blog dopo un po’ di tempo è morto perché si era finita la carica di entusiasmo iniziale, o io stesso mi sono reso conto che non riesco a scrivere appositmente per un blog collettivo, con la periodicità e l’impegno che gli andrebbero riservati. Per cui, in linea di massima neanche proverei; puoi sempre provare a convincermi che stavolta è diverso.

    Cambiando argomento, che ne pensi di quell’articolo?

  3. Ciao scusa se ti scrivo qui ma non trovando una mail…
    Ho visto oggi il tuo commento sul blog di Liberarchia e mi sono ricordato che tu mi pare sia di Pisa: mi chiedevo se per caso ci conosciamo di persona, io sono Daniele Gambetta di eigenLab… tu studi?
    se vuoi risp per mail e cancella questo messaggio…

  4. Hai ragione, l’assenza di una mail pubblica è una grave mancanza! Ma è capitato raramente che servisse per cui non mi prenderò la briga di esporla. Ti scrivo via mail.

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